martedì 1 giugno 2010

ornamento e delitto

Nel 1908 l'architetto austriaco Adolf Loos scriveva e pubblicava un testo alquanto anticonformista e nichilista per l'epoca: Ornament und verbrechen (Ornamento e delitto).
In esso era chiaro l'esplicito rifiuto per l'eccessivo uso di apparati decorativi nell'architettura.
In esso si evinceva la necessità di un inizio serio e definitivo alla purezza formale e funzionale degli spazi costruiti, dando così l'avvio al filone razionalista in architettura.
Rileggendo a distanza di un secolo quel testo, non solo lo si rivede attualissimo e contemporaneo, ma anche, e soprattutto, necessario.
Liberarsi dalle "macchiette" decorative è oggi quanto mai auspicabile.
Donare al costruito, e alla materia plasmata ad immagine della fantasia umana, una forma pura, essenziale, asciutta e minima, è, e deve essere, l'essenza dell'architettura, perché lo impone il frastuono assordante di una società che con le sue icone mediatiche genera solo disordine visivo e caos percettivo.
Ornamento è delitto!

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