giovedì 1 aprile 2010

archeologia urbana


A spasso per la città ti capita di "inciampare" in manufatti appartenuti ad un altro tempo, che in parte hanno perso la loro originaria funzione, e che oggi rimangono lì, nella loro primitiva collocazione, a non aver più senso pratico, ma solo e semplicemente presenza visiva.
Intorno a questi manufatti, a questi oggetti, a queste semplici piccole cose, ognuno di noi affastella una miriade di ricordi, fatti di immagini, suoni, odori, sapori: sono diventati, insomma, tutti questi insieme, un parco sensoriale collettivo, umile e genuino patrimonio di tutti.
La politica dei territori, però, non investe un euro intorno al loro recupero e valorizzazione, pensandoli, molto spesso, come inutili cianfrusaglie urbane da abbattere e rimuovere, piuttosto che custodire e curare.
Eppure, da questi resti "archeologici" urbani, potrebbe risorgere la vita, potrebbero risorgere usi nuovi e culture del vivere lo spazio nuove, e si darebbe decoro ad una piccola città di provincia, come tante ce ne sono in Italia, in modo diverso, non rimuovendo ma custodendo.

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