Qual è il confine tra locale e globale?...non credo esista più!
In un assolato pomeriggio d'inverno, passeggiando per le strade del centro storico della mia città, mi imbatto in una questa visione alquanto suggestiva: una donna musulmana, sul "suo" terrazzino di casa, tra panni stesi, antenna parabolica e profumi d'antichi intonaci scrostati...intonaci meridionali, però!
E' in questo esatto momento, quando cioè premo il dito per impressionare questa visione sulla mia macchina digitale, che penso seriamente a come stia svanendo la distinzione tra locale e globale, a quanto sia ormai effimero pensare ad un mondo sociale arcaico, fatto solo ed esclusivamente di tradizioni e riti autoctoni, di culture radicate nei loro spazi immutabili, fatti di pietre e saperi inattaccabili dall'incedere delle mescolanze.
E' in quell'esatto momento che penso allora, che è forse arrivato il momento di rivedere anche il mio modo di concepire lo spazio: non più solo come forza espressiva del luogo, ma anche e soprattutto come impregnante miscellanea di stili.
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