martedì 1 marzo 2011

! la bellezza è una scelta


"...la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere..."

A

rgomento difficile questo mese!...ma necessario.
Era da un po' che avrei voluto parlare di bellezza, ma poi mi sono sempre spaventato della complessità dell'argomento, della sua vastità e dell'inevitabile retorica che ne sarebbe potuta scaturire parlandone.
Invece, come sempre accade, da un "incontro" fortuito, questa volta con un video, quello pubblicato sopra, ho preso il coraggio per iniziare a definire il mio semplice ed umile concetto di bellezza.
E' vero: la bellezza nasce da una scelta, da un confronto, dal paragone tra due o più elementi.
La bellezza è soggettiva. Inevitabilmente soggettiva. Indiscutibilmente soggettiva. E non venga nessuno a dire che ci sono parametri che ci permettono di dimensionarla nello spazio delle oggettività. Non è così e non può esserlo, proprio per il fatto che essa discende dalla scelta fatta da uomini e da quelli che mi piace definire, "i sussulti del cuore": quello che amo e che per me è bello non necessariamente lo sarà anche per te e viceversa. Banale come affermazione, vero, ma indiscutibile se si vuole parlare di questo argomento.
Indiscutibile perché ci permette così di fugare ogni irresponsabile proposito di dare a questa "sensazione umana" un carattere di pragmatica calata nel mondo delle classificazioni. La bellezza è, e deve rimanere, un concetto vago, di tutti, magico e immateriale, sognante e poco pratico. Solo questa libertà di interpretazione rende possibile il mantenimento di quella esistente e, soprattutto, la creazione di nuova.
Bellezza e amore corrono insieme. L'uomo ama ciò che reputa bello. L'uomo è bello perché ama. Una splendida complementarità che rende unica l'esperienza sulla bellezza. La rende individuale.
Ogni uomo può essere felice perché trova ispirazione e conforto in quello che per egli è la cosa più bella nell'universo.
Se cercassimo, viceversa, di portare la bellezza sul piano delle regole percettive condivise, correremmo il rischio di generare infelicità, perché ognuno di noi non sentirebbe più il bisogno di levarsi in volo alla ricerca del proprio stadio di bellezza.
Almeno in questo caso cerchiamo di lasciare un regime democratico: almeno per la definizione della propria bellezza!

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