sabato 1 novembre 2008

il caso nell'arte

Tantissime cose nell'arte avvengono per "caso".
Cosa sia a guidarle? L'istinto!
L'arte non è ingabbiata in regole, non è una formula che, una volta applicata, fornisce un risultato.
L'arte è quello che l'artista è dentro di se. E' quello che ha imparato da bambino: noi uomini siamo quello che da piccoli impariamo.
Il caso, allora, esiste nell'arte?
Non credo che essa esista, se per caso qui s'intende una sorta di pensiero extraterrestre atterrato nell'intelletto dell'artista, senza nessuna relazione con il tutto. Credo che invece esso possa esistere quando di caso ne parliamo considerandolo inconscio emotivo ed intellettuale, che sfocia dall'interno e si estrinseca in opera d'arte. E l'inconscio non è altro che la metabolizzazione di ciò che vediamo, sentiamo, tocchiamo, gustiamo, odoriamo, pensiamo, critichiamo, amiamo...l'inconscio è la metabolizzazione della vita vissuta!
Ecco, allora, spiegato il caso che avvolge molti gesti d'arte.
L'arte è, poi, incontro. Incontro con un oggetto, un soggetto o un pensiero. Da questo incontro deriva l'opera, e mai essa è derivata dal nulla assoluto. E' sempre trasformazione dell'esistente, è attualizzazione del passato, è un'operazione di critica a ciò che si ha sotto gli occhi e si vuole raccontare estirpandolo dagli stereotipi, dalle facili oggettivazioni, a quello che è.
Il caso risiede dunque in un incontro, sovente fortuito, frequentemente accecante.
Caso e arte sono due cose possibili a verificarsi in modo complementare l'una all'altra.

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