Il filo rosso è innanzitutto un’infrastruttura mentale e
culturale.
E’ il nome di un progetto integrato per legare
insieme territori diversi solo per dislocazione geografica, ma vicini per
identità sociale, culturale e ambientale–paesaggistica. Ambiti territoriali che
abbracciano i due mari, Ionio e Tirreno, e che hanno come centralità urbana la
città di Castrovillari, e di conseguenza il Parco Nazionale del Pollino.
Il filo rosso deve diventare, poi nel concreto, infrastruttura
fisica, materiale, fatta di strade, percorsi, itinerari, paesaggi,
architetture, emergenze monumentali.
Il filo rosso può essere il legante tra realtà urbane piccole o
piccolissime, un metodo di progettualità del territorio fatta tra municipalità,
capace di coinvolgere tutte le singole entità civiche intorno ad uno scopo
comune, che è quello di tenere unite le risorse, di fare rete e di creare
sviluppo intorno ad un modello condiviso di sviluppo che è quello del turismo
naturalistico, culturale e vacanziero.
Il filo rosso coinvolgerà molti comuni del Parco Nazionale del
Pollino del versante calabrese, sia quelli presenti nell’entroterra che quelli
ubicati sulle coste, in modo da perseguire quel tanto agognato proposito di
sviluppo definito, “dal mare alla montagna”.
Per far sì che questo progetto integrato trovi
concretizzazione e fattiva realizzabilità, occorre pensare di infrastrutturare
il territorio con delle “opere” materiali, indirizzate alla produzione di
sviluppo locale e comprensoriale. Esse dovranno essere di valenza strategica,
(infrastrutture primarie), e di raccordo locale, (infrastrutture secondarie),
ma in entrambi i casi avranno come visione globale quella di realizzare un
piano di crescita e di benessere basato sul turismo.
Si individuano alcune “opere” per rendere
realizzabile il progetto de Il filo rosso.
A.
INFRASTRUTTURE PRIMARIE.
1.
La prima di
queste infrastrutture è la Strada dei due Mari, una nuova
arteria viaria, lineare, quasi interamente in galleria, dal basso impatto
ambientale, che colleghi il Mar Ionio con il Mar Tirreno, e viceversa, passando
nell’entroterra per Castrovillari. Un’arteria che metta in collegamento veloce
le due principali “strade del mare”, la S. S. n°106 e la S. S. n°18,
intersecando nella sua mezzeria uno dei principali canali di collegamento su
gomma dal Nord al Sud dell’Italia che è l’autostrada A3 Salerno–Reggio
Calabria, e una strada storica qual è la S. S. n°19. Un collegamento
orizzontale e trasversale per muovere genti, merci ed esperienze dall’esterno
della Provincia (le coste) verso l’interno (le colline e le montagne).
B.
INFRASTRUTTURE SECONDARIE.
2. Parco
fluviale del Coscile. Connettore
ambientale e paesaggistico tra i comuni di Morano Calabro a Nord,
Castrovillari, Spezzano Albanese e Cassano allo Ionio a Sud, il fiume Coscile,
con i suoi oltre 50 Km
di estensione, rappresenta una riserva naturalistica di prim’ordine, e la sua
vallata diventa, in prossimità dell’abitato castrovillarese, la sede ottimale
per un parco urbano in stretto contatto con il suo centro storico, e quindi con
tutte quelle emergenze monumentali in esso presenti.
Inoltre, nel comune di Morano Calabro, il
fiume si distingue per la sua bellissima sorgente nella contrada San Paolo,
così come altrettanto suggestiva è la sua confluenza nel fiume Crati nel
territorio del comune di Cassano allo Ionio.
3.
I sentieri
ciclo–pedonali. Usando alcuni
tratti della dismessa linea ferroviaria Lagonegro–Spezzano Albanese Terme, ex
Ferrovie Calabro Lucane, si potrebbe pensare di riadattarli come sentieri
ciclo–pedonali, dando impulso così al turismo “slow”, basato sulla fruizione “leggera”,
diretta e poco invasiva del paesaggio, divenendo al tempo stesso occasione di riqualificazione
e di riutilizzo anche delle opere edilizie su di essi già presenti (caselli,
ponti, gallerie), che sono, quest’ultime, oltretutto, patrimonio di un’antica e
nobile sapienza artigiana del costruire.
Uno di questi tratti è, per esempio,
quello compreso tra le vecchie stazioni (o caselli) di Castrovillari,
Frascineto, Civita e Cassano allo Ionio. Si tratta di un percorso pianeggiante,
naturalisticamente e paesaggisticamente interessante, e per di più facilmente
ed immediatamente adattabile allo scopo precipuo.
Identicamente a quanto sopra descritto,
in una visione strategica d’insieme, l’esperienza potrebbe essere replicata
anche sul tratto dismesso della ferrovia, a Nord di Castrovillari, coinvolgendo
così i comuni di Morano Calabro, Mormanno, Laino Borgo e Laino Castello, o
pensare addirittura di travalicare il confine regionale, includendo centri come
Rotonda, Viggianello, Castelluccio, Lauria e Lagonegro, appartenenti al
versante lucano del Parco Nazionale del Pollino.
Riferimento normativo: Legge 24 Dicembre
2007 n°244, articolo n°2, comma n°342 e 343, Fondo per il recupero di alcuni tracciati ferroviari in disuso
e per la loro trasformazione in piste ciclo-pedonali.
Bibliografia: “Dalle rotaie alle bici. Indagine sulle ferrovie dismesse recuperate
all'uso ciclistico.”, a cura di Giulia Cortesi e Umberto Rovaldi, F. I. A.
B. – Area tecnica, Marzo 2011.
4. La via delle
vigne e delle ville. Nel
territorio del Pollino sono presenti due eccellenze finora poco valorizzate.
La prima di queste è il “distretto” del
vino D. O. C. del Pollino, che è stato individuato con un Decreto del 1975, e
delimitato all’interno dei comuni di Castrovillari, San Basile, Saracena,
Cassano allo Ionio, Civita e Frascineto. Partendo da questo assunto
fondamentale occorrerà creare una rete per la valorizzazione del prodotto
enologico d’eccellenza, in primo luogo immaginando di unire tutti gli ambiti di
produzione esistenti (le cantine, le cooperative agricole, ecc. ecc.) e le aree
rurali coltivate a vigneti con un percorso turistico ben definito, fatto di
strade interpoderali, comunali e rurali, da riqualificare, piste
ciclo–pedonali, da realizzare (e collegabili al precedente punto 3.),
architetture campestri, minori e tipiche, da ristrutturare, cantine sociali, da
riconvertire, ampliare e innovare: questo percorso sarà “La via delle vigne”.
La seconda di queste eccellenze, più
tipicamente associabile a Castrovillari, (ma non solo!), è rappresentata dal
diffuso patrimonio architettonico delle ville nobiliari storiche di campagna,
presenti soprattutto nella zona “Vigne” della città. Questo ambito architettonico–paesaggistico
coincide con quello appena sopra descritto, e pertanto fortemente legate nella
realizzazione di un progetto per un percorso di turismo enologico e culturale.
Riferimento normativo: D. P. R. 4 Giugno
1975.
5.
Sistema
integrato archeologico. Le
risorse archeologiche presenti nel comprensorio del Parco sono innumerevoli e
diffuse sul territorio, e coprono ere storiche diversissime, dalla Preistoria
al Medioevo. Un sistema che raccordi tutti i siti archeologici finora portati
alla luce si rende necessario. Si rende necessario, però, in prima battuta,
dare fruibilità alle singole aree. Ogni comune deve impegnarsi ad investire
risorse dei propri bilanci per la realizzazione di piccoli “Parchi
archeologici”, delimitati, infrastrutturati, accessibili e protetti, e poi,
dopo questa azione preliminare, si deve pensare alla formalizzazione di una
rete di tutti i siti di interesse storico–archeologico. Tale azione
permetterebbe al turista di godere di un’offerta variegata, fatta anche di
storia e cultura.
6. Le arterie
storiche. Il paesaggio è
attraversato da importanti arterie viarie appartenenti ad un passato non
proprio recente. Una di queste è per esempio l’ex S. S. n°19 delle Calabrie.
Essa rappresenta un manufatto infrastrutturale di grande valore, perché per
decenni ha incarnato l’unico veicolo di trasferimento dei saperi, delle
culture, degli usi, delle memorie, dei costumi, delle economie, da un punto
all’altro della Calabria, ma anche, e soprattutto, da e verso città importanti
del sud Italia, come Napoli. L’abbandono di questa viabilità, a favore
dell’autostrada, ha depauperato il territorio ai minimi termini. Per questa
ragione, se si immagina un modello di sviluppo legato al turismo, anche
sostenibile, deve porsi in campo un’azione di rivitalizzazione di questa
arteria, come di tante altre importanti arterie storiche che segnano i luoghi
di questo Parco Nazionale. L’obiettivo deve essere quello di spingere il
turista ad abbandonare la caotica e frenetica viabilità autostradale a favore
di queste viabilità “minori”, offrendogli un percorso lento, paesaggisticamente
unico e fatto di borghi, paesi, campagne, città, salite e discese, curve ampie
e curve strettissime, manufatti viari (ponti, gallerie, viadotti) dalla grande
valenza ingegneristica e dal grande valore storico.
Affinché il turista faccia questo
passaggio, dalla velocità alla lentezza, occorre offrirgli una proposta
alternativa più allettante, rispetto a quella della corsa in autostrada. Già le
premesse di sopra sono valide, e andranno divulgate, ma se a quelle si
abbinasse qualcos’altro non sarebbe male. Ed in quest’ottica, l’arteria
storica, per esempio, potrebbe diventare una grande infrastruttura culturale se
la si immagina come una galleria di arte contemporanea a cielo aperto: si usano
gli spazi della strada, slarghi, piazzole, belvederi, per installare opere
d’arte che, il passante, si ferma ad ammirare insieme al paesaggio, sapendo
che, lungo un percorso organizzato e studiato, troverà oltre che alla
meraviglia ambientale anche un angolo di ristoro per la mente, e, legandolo a
quanto finora descritto, anche la possibilità di abbinare esperienze diverse,
che vanno dall’enologia alla passeggiata lungo una vecchia ferrovia, o lungo un
parco fluviale.
Il filo rosso è un progetto salvatoredessìarchitetto per "Mimmo Lo Polito Sindaco".
Il filo rosso è un progetto salvatoredessìarchitetto per "Mimmo Lo Polito Sindaco".
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