lunedì 1 giugno 2009

? ci siamo addormentati sui comodi cuscini della storia

Sono tante, diverse, probabilmente infinite, le contingenze e le modalità che servono ad esprimere (e che si esprimono) un'opera di architettura. Non esiste un unico progetto clonabile un numero infinito di volte: quella è "maniera".
Esistono, invece, molti progetti e ognuno diverso dall'altro per valori, consistenza e definizione.
La molteplicità del progetto discende dall'eterogeneità del mondo, ma è influenzata soprattutto dal suo essere inserito in un preciso momento storico-culturale.
L'impulsività lucida ed isterica del genio è l'unica possibilità che abbiamo per leggere e capire un ambito; essa ci servirà anche per scrivere un progetto, e questa scrittura dovrà essere necessariamente poetica, dettata cioè, dalla poesia del cuore.
Gli architetti si sono purtroppo addormentati sul raziocinio della storia.
L'arte si è sempre mossa tra due poli: quello rappresentato, nella mitologia, da Apollo (astrattismo e cervello), da una parte, e da Dionisio (espressionismo e cuore), dall'altra. Purtroppo l'arte costruttiva del nostro tempo sembra più attratta dal primo polo, con l'esito di creare un intellettualismo che la rende arida, secca, ma soprattutto, anacronistica.

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