domenica 1 marzo 2009

un pamphlet sul nero...che poi diventa sul bianco!

E' una prepotenza che si propone costantemente, quella che mi viene fatta nell'angolo più recondito dell'occhio, nell'anfratto indescrivibile dell percezione e che m'attanaglia interamente, m'assorbe, m'avvolge, mi riempie, m'affoga, m'ubriaca, m'eccita e m'inebria.
La prepotenza del nero.
Oro nero: petrolio della mia carburazione visiva.
La fissazione per un colore è una fissazione per la vita.
Si nasce di un colore e si muore con quel colore.
Il nero è quell'estratto di tutto lo spettro visivo che rende totale e piena la mia esperienza di vita. La spremuta di colore più accecante del mondo, dissetante e soddisfacente.
L'energia catturata, assorbita, metabolizzata, riversata all'esterno attraverso un baratro di luce.
In quel nero della costellazione la luce inghiottita viene frantumata, atomizzata e mai più restituita.
Nel nero della mia anima la luce è brillante proprio perché bagnata nello scuro cromatismo di questa sepoltura.
L'erotismo del nero è vero come un dogma. Ogni coito porta al nero della calma mortale, fine d'una esperienza e inizio di un'altra.
Sono pazzo di nero.

Nero di pelle
La diversità spaventa, proprio perché tale, è nera.
Odori d'altro violano il nostro comune senso etnico d'appartenenza.
Voci storpiate di un alfabeto diverso impensieriscono il mio, il tuo, il suo, il nostro, il vostro, il loro, banale desiderio d'ordinario. Dal nero di pelle discende l'effrazione del consueto.

Nero d'ombra
Di sicurezze ne conosco poche e una di queste mi segue ogni attimo del mio cammino vitale, anche quando, nel buio d'una stanza, penso d'averla persa. E invece li, metafisica più che mai, c'è la mia ombra, nera, plastica, austera, indelebile. Sicura.

Nero di lutto (o di morte!)
La fine segna un principio...ma principio di che, se l'unica certezza è una fine e non un inizio, se l'oscurità di un evento rende oscura una intera storia, una narrazione che è stata difficile da assemblare e che nel battito di un ciglio va a farsi fottere, inutilmente, senza pretese, senza chiederti il permesso, senza darti le chiavi per entrare in un altro ambiente ma solo sbattendoti la porta in faccia?
E' nera questa incertezza. Nera veramente.

Nero di notte
Placide calme acque notturne nelle quali si arrotola il pensiero più sereno e riflessivo degli uomini.
Placide e calme sono queste acque come quelle di un grembo materno, scuro e buio, quindi nero.

Black box
La cibernetica ci insegna che immettendo un input in una scatola nera se ne ottiene in uscita un risultato, atto di una operazione che non necessariamente si conosce. Questa operazione risiede nella black box, dentro, nella sua intima geometria, e rassicura il fatto che di essa non se ne conosce l'alchimia.

Nero Mediterraneo
Nero di pelle. Nero d'ombra. Nero di lutto. Nero di notte...incazzato nero!
- Che colore assoceresti al Mediterraneo?
- Il nero.
- Come il nero? Hai presente cos'è il Mediterraneo? Sole, luce, mare, bianco, azzurro, giallo, verde...e tu mi dici nero?
- Il Mediterraneo non è solo quello che vedi con gli occhi del turista. Non è solo luce, sole, mare...il Mediterraneo è la gente che lo vive. E la gente del Mediterraneo è anche luttuosa. Piange i suoi morti per anni, portandosi addosso il nero del lutto, i pizzi e i merletti. La gente del Mediterraneo ha la pelle bruciata dal sole, è una pelle scura, scura come le olive che qui vegetano rigogliose, è nera come i loro occhi profondi rivolti sempre all'interiorità delle cose, al profondo dell'anima, delle passioni nascoste dalla luce e dove non c'è luce c'è buio, e il buio mica è bianco, azzurro o giallo...il buio è nero!

Nero contro globale
Parole. Suoni. Immagini, tante immagini, tanti messaggi, infiniti messaggi...la comunicazione, "deus ex machina"!
Un turbinio. Un vorticoso turbinio. Che millennio!
Ma io esisto?
Come entità anagrafica sì. Servo sicuramente a fare numero.
Poi, per il resto, non so.
Insicurezza. Tanta incertezza. Che millennio!
Esisterà un futuro diverso per noi presenti?
???

E allora che si fa?...
1. Inizio a scremare. Ho bisogno di semplificare le cose, di linearizzare prima me stesso e poi tutto quello che c'è intorno. Semplificare: riportare ad un grado zero...annerire, riportare tutto al nero, che è semplice, facilmente riconoscibile, minimo.
2. Catturo su di me tutta l'energia di chi mi sta intorno. Divento un buco nero, divento centrale, divento protagonista e non più numero, divento mente pensante ed esistente...e poi inizio ad amare il bianco, perchè ora, rinasce la vita!

1 commento:

Roberto Angelo Motta ha detto...

Nero, come l’inchiostro che tinge pagine bianche di vita vissuta. L’inquietudine di chi, sensibile, vive nelle profondità delle carni della vita. Nera, come la macchia dei miei peccati, che pur veniali, resta un fardello riempito attraverso le debolezze dell’animo umano. Macchia nera che tinge la mia vita.
Balenando in burrasca voglio pensare di continuare a vivere questa vita come un tramonto che precede l’alba e mai il contrario. Perché il tramonto si tinge di luci soffuse, di colori cangianti. L’alba e la luce ritorna, pian piano investe ogni cosa. In mezzo ci sta la notte, con il suo inseparabile nero, ma con un po’ di fortuna forse ci sarà sempre luna piena.
MAESTRO il tuo saggio sul nero è straordinario. Grazie di aprirmi la mente a nuovi sentieri.
Un abbraccio.
Il tuo discepolo: Nuwanda.