domenica 1 febbraio 2009

una teoria sul sognatore perpetuo

Non vedo l'ora di andare a dormire per poter sognare.
Sognare le mie cose, quelle cose che appartengono al mio mondo interiore. Io e le mie cose e nessun altro a dividerle con me: il dormire è l'atto egoistico per eccellenza!
Voglioso di vedere tutto quanto mi appartiene e che è realmente importante per me, perché custodito dentro di me, dormo e sogno.
Sogno storie. Sogno persone. Sogno vanità. Sogno luce, buio e poi di nuovo luce. Vorrei che il sogno no finisse mai. Ma purtroppo finisce, e ricomincia un altro sogno, meno coinvolgente ma pur sempre avvincente, che è la vita vera.
Sogno perché lascio qualcosa o qualcuno e voglio così rivederlo, riviverlo, possederlo.
Il verbo più giusto per definire il lasciare qualcuno o qualcosa è: partire.
Ogni partenza implica un lasciare.
Ma chi non parte è forse immobile di fronte al mondo? Non so. So però, che partire è importante, e matura dentro me esperienza, l'ingrediente sano della formazione personale.
Si partirà sempre meno domani, o meglio, si lascerà fisicamente un luogo sempre più raramente, e il partire acquisirà un nuovo valore, un valore meno tattile e più concettuale.
Chi soffrirà domani per una partenza?
Forse pochi. Forse tanti, perché le partenze saranno più sentite emotivamente ma non fisicamente.
Allacciati ad una rete, le partenze saranno statiche, ma allo stesso tempo, terribilmente dinamiche; avranno la propulsione di un nuovo motore, non più elettrico, non più a benzina, ma un motore si pensiero.
Si penserà di essere partiti! Pura e semplice illusione visiva e mentale.
Chi parte oggi sa di perdere un pezzo della sua vita in qualche luogo.
Chi partirà domani avrà la fortuna (o sfortuna?!) di guadagnare un pezzo di vita: sommerà il suo presente fisico al presente virtuale, agonizzando così su quale temporalità vive. Così che il partire diventerà sogno, perché irreale, e il sogno vero, quello fatto quando si dorme, cosa sarà?
Sarà un nuovo viaggio, una nuova partenza.
Ed è per questo che ogni uomo diventerà un sognatore perpetuo, ogni volta in bilico tra una partenza virtuale, perché creata con l'artificialità del mezzo, ed una partenza irreale, perché fatta con la realtà dell'immaginazione dei sogni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

I sogni sono partenze. Ogni partenza può essere un sogno.
La partenza ha sempre un origine, un principio, un inizio, perchè ci mette in cammino verso una destinazione.
Partire con la voglia di non tornare più? Come nei sogni. Nei sogni ti viene voglia di non tornare più.
Nella realtà di tutti i giorni ci sono tante piccole partenze, in cui puoi decidere se aprire nuove porte, chiudendotene altre alle spalle oppure di continuare ad insistere perchè hai già tutto ciò che puoi desiderare, anche se a volte si fatica a vederlo.
Stanotte sognando chissà se mi verrà voglia di non tornare più, mi vengono i brividi pensando a ciò che lascerei, ma anche a quello che potrei trovare, chissà se una scelta così non porti a qualcosa di nuovamente straordinario e straordinariamente nuovo... anche nella realtà.

P.S.: caro Maestro, complimenti, non sapevo del tuo essere Blogger (con la B maiuscola).
Scusami se mi sono allargato un bel pò, ma visto che i commenti latitavano ne ho approfittato.
Con la stima di sempre il tuo umile discepolo. (Nuwanda)